Il glaucoma è una grave malattia dell’occhio che può portare, se non diagnosticato o trascurato, alla cecità in quanto determina un’alterazione irreversibile del nervo ottico, deputato a portare alla corteccia cerebrale gli impulsi elettrici che determinano il fenomeno della visione. Nel 1973 il glaucoma è stato definito come una NEUROTTICOPATIA dovuta a varie cause, di cui la prevalente è l’innalzamento della pressione endoculare, anche se possono esistere casi di danno in pazienti con tono oculare normale.
Sono note varie forme di glaucoma: congenito (dovuto a malformazioni) ed acquisito, a sua volta classificabile cronico o acuto. Il più diffuso è il glaucoma cronico semplice che si manifesta nell’adulto dopo i 40 anni di età in una percentuale variabile tra il 3 ed il 4 % della popolazione; si stima che circa 66 milioni di persone nel mondo ne sia affetta. La prevalenza della malattia aumenta con l’età, tanto che negli ultraottantenni è presente in circa il 10%. La gravità della malattia può essere compresa da questo semplice dato: la prevalenza di cecità bilaterale a causa del glaucoma è pari al 10%, il che vuol dire che circa 7 milioni di persone al mondo sono non vedenti per questa patologia. Drammaticamente, ogni anno 1 ogni 100 pazienti perderà la vista a causa della malattia. Ed il futuro non è più roseo in quanto, sia per l’aumento della durata della vita che del numero di abitanti della terra, si stima che nel 2020 il numero dei malati salirà a 80 milioni che diventeranno 112 nel 2040.
Purtroppo non si può ancora fare una diagnosi preclinica con test genetici, pur essendo stati identificati alcuni geni associati alla malattia. La diagnostica è rappresentata dalla visita oculistica completa a cui vanno aggiunti alcuni esami strumentali quali la tonometria (misurazione della pressione endoculare), la gonioscopia (valutazione dell’angolo iridocorneale con la lente a 3 specchi di Goldmann), la pachimetria (misurazione dello spessore della cornea che influenza i risultati della tonometria) ed infine il campo visivo computerizzato, in caso di dubbio. Purtroppo non esiste la possibilità di effettuare uno screening di massa; infatti, nessun test da solo ha dimostrato le caratteristiche essenziali per diagnosticare il glaucoma, in quanto la diagnosi viene posta non su di un singolo dato ma sulla valutazione del quadro clinico complessivo. Pertanto, tutti gli adulti dopo i 40 anni di età dovrebbero sottoporsi ad una visita oculistica. L’occasione è l’inizio della presbiopia. La visita andrebbe ripetuta ogni 2 anni.
La malattia, una volta diagnosticata, è curabile ma, essendo cronica, la terapia è a vita. Le terapie possono essere mediche, parachirurgiche (laser) o chirurgiche. Per quanto riguarda la terapia medica sin dagli anni ’80 sono comparsi i farmaci in collirio: i betabloccanti, che hanno sostituito l’unico farmaco in uso da fine 800 (la pilocarpina) e, dalla fine degli anni ’90, le prostaglandine; entrambi agiscono sul deflusso dell’umor acqueo. Esiste poi una classe di farmaci sia topici che per os che agiscono sulla produzione dell’umor acqueo. Tutti questi prodotti possono essere utilizzati in associazione tra loro. Un esame importante è l’OCT (tomografia oculare a coerenza ottica), utile per lo studio delle fibre nervose della papilla ottica (punto uscita del nervo ottico dall’occhio) che permette di valutare l’eventuale avanzamento del degrado.
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Qualora non si riesca ad ottenere una risposta sufficiente, si deve ricorrere o ad una iridectomia con il laser o ad un intervento chirurgico che permetta il deflusso dell’umor acqueo verso l’esterno (interventi filtranti). La decisione di modificare la terapia medica o ricorrere al trattamento chirurgico o parachirurgico dipende dall’evoluzione della patologia, che viene monitorata con l’esame del tono oculare e del campo visivo (computerizzato). Questo studia la sensibilità dei recettori retinici allo stimolo luminoso. Un’eventuale peggioramento del campo visivo impone una modifica della terapia per ridurre la pressione endoculare, quale principale causa del danno del nervo ottico il cui schiacciamento determina ulteriori lesioni.
Infine, va menzionata una nuova classe di farmaci deputati alla neuro protezione che servono al rallentamento o alla prevenzione della morte delle cellule neuronali così da mantenere la funzione fisiologica ad esse associata. Infatti, pur essendo la pressione endoculare alta riconosciuta come la causa principale del danno glaucomatoso, la sola riduzione della stessa può non essere sufficiente ad impedirne la progressione. Per i golosi: la cioccolata fondente, ricca di flavonoidi che aumentano i livelli di ossido nitrico, determina un aumento della vasodilatazione a livello del nervo ottico con conseguente effetto protettivo sull’insorgenza del danno. Questo effetto non si esplica se il danno è già presente.
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