L’intervento per guarire dalla cataratta è in assoluto il più praticato dopo il parto; in Italia ne vengono effettuati circa 400000 l’anno, delle quali il 99% avvengono oramai senza necessità di ricovero.
Si tratta di un fenomeno legato alla progressiva opacizzazione del cristallino. Generalmente questo processo avviene progressivamente e molto lentamente dopo i sessanta anni, anche se si osservano sempre più di frequente cataratte in soggetti più giovani. Una volta opacizzatosi il cristallino l’unica soluzione è l’intervento chirurgico che consiste nella sua asportazione e la sua sostituzione con un cristallino artificiale.
Una domanda importante a cui gli oculisti si trovano a dover rispondere è: “Quando va operata la cataratta?”; una volta si attendeva che la cataratta divenisse “matura”, in poche parole si aspettava il suo indurimento completo per facilitarne l’asportazione, che avveniva con una grande incisione chirurgica e, spesso molte complicanze, per questo si era costretti a qualche giorno di degenza ospedaliera, un lungo periodo di convalescenza. Attualmente consigliamo di operare quando i disturbi iniziano a limitare la qualità di vita del paziente, e quando l’oculista si accorge che l’eccesiva maturazione della cataratta può rendere più complicato l’intervento. In altre parole la decisione viene presa dal medico su “indicazione” del paziente.
La tecnica che ha rivoluzionato questo tipo di chirurgia prende il nome di facoemulsificazione mediante ultrasuoni. I vantaggi possono essere riassunti in:
ridotto trauma chirurgico (incisione di circa 2.2- 2.8 mm)
rapido recupero visivo (minimo astigmatismo indotto)
impianto di cristallini artificiali pieghevoli sempre più piccoli ed efficienti (possibilità di azzerare difetti visivi da vicino o da lontano o entrambi)
anestesia sempre più superficiale (molto più sicura per pazienti anziani o in cura con farmaci anticoagulanti)
intervento ambulatoriale senza ricovero
Questo tipo di tecnologia ha reso la chirurgia più prevedibile e sicura con un recupero visivo molto rapido nel post-operatorio. Di pari passo con lo sviluppo tecnologico delle macchine, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’evoluzione incredibile dei cristallini artificiali pieghevoli, che fino a pochi anni fa ci permettevano di correggere solo alcuni difetti visivi, con una qualità visiva appena accettabile. Oggi possiamo correggere praticamente tutti i difetti visivi contestualmente alla rimozione della cataratta con lenti di grande qualità ottica. I cristallini più utilizzati sono di materiale acrilico, asferici, idrofobici, con bordi squadrati per ridurre il più possibile l’insorgenza della cataratta secondaria.
Le ultime novità tecnologiche sono rappresentate dalle lenti toriche (in grado di correggere l’astigmatismo preoperatorio), dalle lenti multifocali (in grado di correggere miopia o ipermetropia e la presbiopia) e dalle lenti da microincisione (1,8mm). Per ottenere risultati eccellenti da un punto di vista visivo è necessario eseguire una precisa biometria per poter scegliere insieme al paziente la lente “giusta”.
Inizi ad aver bisogno di occhiali per leggere e vedere da vicino?
Innanzitutto dobbiamo curare le nostre patologie sistemiche, è consigliabile seguire una corretta alimentazione e, molto importante, dobbiamo proteggere i nostri occhi con lenti protettive sin da giovani. Proprio come le creme solari, anche gli occhiali devono avere un filtro per gli UV, per questo motivo va sempre richiesta al proprio ottico la certificazione riportante il marchio CE. È possibile, inoltre, richiedere al proprio ottico lenti a contatto con filtro solare.
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